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Aline, Hussam, Nicola, Pedro e Maria , i testimoni del vento dello Spirito in Piazza San Pietro

Le storie che hanno accompagnato la pre veglia di Pentecoste

Una delle tesimonianze |  | Vatican Media Una delle tesimonianze | | Vatican Media

L'arrivo dei pellegrini è iniziato dalla mattina, con il passaggio della Porta Santa e poi la sistemazione in Piazza, dove dalle 18 è iniziato il pre veglia con letture della Sacra Scrittura, canti, testimonianze pagine del Magistero dei Pontefici.

Quattro i testimoni. Aline Minani, della Comunità di Sant’Egidio, di Goma che ha messo in luce la relazione tra generazioni: "In mezzo alla violenza, nel caos di una città dove regna la legge del più forte, sperimentiamo questa alleanza tra giovani e anziani che dà una nuova speranza di pace. Questo è uno dei frutti dello Spirito Santo".

Poi è arrivato Hussam abu Sini cristiano arabo di Nazareth. Nonostante quello che è successo dopo il 7 ottobre del 2023 "abbiamo capito- ha detto- che essere uniti vuol dire guardare tutti dalla stessa parte e capire che il Maestro é uno solo, Gesù Cristo, presente qui ed ora, e che ci vuole bene, sempre e comunque! Da lì é nata una familiarità inimmaginabile prima. Ognuno si preoccupava dell'altro. In giornata é caduto un razzo a 300 metri da noi. Non posso dimenticare il modo in cui siamo andati nel bunker".

C'è poi chi è uscito dalla schiavitù della droga come Nicola Boricchi di Nuovi Orizzonti: "Gesù ha raggiunto i miei inferi, ha dato un nome al mio dolore e mi ha fatto capire che sotto la punta dell’iceberg di tante dipendenze c’era un bisogno profondo di essere amato. Solo Dio poteva sanarlo e colmarlo. Sono diventato un "piccolo della gioia", un consacrato nel carisma di Nuovi Orizzonti".

E infine Pedro Sánchez Sáez y María Begoña Ballester Zapata 12 figli famiglia neocatecumenale in missione a Kiev. Sono rimasti nonostante la guerra e con la comunità: "Ancora di più quando è iniziata la guerra, come sempre, ognuno a modo suo, ci ha fatto capire che il nostro posto era qui, che potevamo continuare la missione, ma in un modo nuovo e ancora di più, ci ha dato la forza necessaria per vivere in pace in mezzo a questa tragedia e al rischio che la guerra comporta, con gli attacchi.... Anche i nostri figli hanno accettato volontariamente di rimanere qui e ancora oggi collaborano nelle cose che Dio ci mette davanti per aiutare queste persone che hanno bisogno di una Parola d'amore e di speranza da parte di Dio. Possiamo solo dire che Dio è fedele e che abbiamo toccato la fede di tante persone che in mezzo alla sofferenza hanno potuto benedirlo".

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