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Un musical "oltre le grate"

Debutta il prossimo 10 giugno, al Teatro Nino Martoglio del comune di Belpasso, in provincia di Catania, lo spettacolo “Oltre le grate”

La locandina dell'evento | La locandina dell'evento | Credit CGS Life La locandina dell'evento | La locandina dell'evento | Credit CGS Life

Debutta il prossimo 10 giugno, al Teatro Nino Martoglio del comune di Belpasso, in provincia di Catania, lo spettacolo “Oltre le grate”, commedia musicale di Turi Giordano, Armando Bellocchi e Giuseppina Costa, con la regia di Armando Bellocchi. Il musical nasce dal libro “Un raggio di sole oltre le grate” di suor Cristiana Scandura (Ed. Velar, 2023). Suor Cristiana Scandura , clarissa, dal 2020 ha iniziato uno speciale apostolato tra i reclusi di molte case circondariali: riflessioni e meditazioni inviate per posta ai detenuti. Un modo per essere vicino a loro. Questa straordinaria e originale iniziativa ha suscitato una grande risonanza tra i detenuti che sempre più numerosi le hanno scritto, aprendo il loro animo. Il libro raccoglie le sue lettere, piene di umanità, di spunti di meditazione. E' da queste pagine che nasce il musical diretto da Armando Bellocchi, cooperatore salesiano, nel 1975 di CGS life APS che promuove diverse attività per i giovani siciliani. Lo abbiamo incontrato per parlare di questo nuovo spettacolo così particolare. 



Qual è stata la difficoltà (se c'è stata) di tramutare un libro in uno spettacolo?

Nell'Associazione abbiamo molti prodotti musicali, prendendo spunti da situazioni della vita reale che ci sembravano significative. L'esperienza di Suor Cristiana ci ha attratto moltissimo, sin dal primo momento. Non si trattava di inventare una storia, ma di tradurla in versi, musica, testo teatrale. Abbiamo cercato di raccontare l'umanità dei nostri personaggi, cercando di rimanere il più possibile fedeli alle loro storie, di trasmettere il messaggio di speranza che Suor Cristiana si sforza costantemente di mettere nel cuore dei carcerati attraverso parole d'incoraggiamento e di condivisione. Abbiamo fatto anche le nostre parole di Papa Francesco: “Perché loro e non io?”

Come si è rapportato con gli attori nelle prove?

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Alcune delle figure presentate sono molto problematiche, e questo ha comportato una notevole bravura ed impegno da parte dei ragazzi della nostra Associazione, per proporre interpretazioni credibili. In questo, come sempre, li ha aiutati la convinzione di poter arrivare, attraverso lo spettacolo, al cuore dello spettatore per suscitare in lui sentimenti di amicizia e solidarietà verso il prossimo.

Molto spesso si pensa alle "grate" solamente come "prigioni". Ma il mondo di oggi ci presenta tante altre "prigioni", spesso legate a quelle dell'anima. Come è possibile "liberare", allora, il nostro animo da queste prigioni?

Questo si può considerare il tema centrale del musical. Le prigioni spesso ce le creiamo interiormente, nel nostro profondo io. Lo spettro della solitudine, della mancanza di senso nel quotidiano, della superficialità, dell'aridità dei nostri sentimenti, delle schiavitù dalle nostre piccole o grandi dipendenze, sono queste le prigioni del cuore. La risposta è nel desiderio di Dio che vive in ciascuno di noi: creatura fatta di cielo per il cielo. Per usare le bellissime e conosciutessime parole di Sant'Agostino: “Tu Dio hai fatto il nostro cuore per Te e il nostro cuore non ha pace se non riposa in Te”, Riallacciare il filo che ci porta a Dio è la miglior medicina che possa esistere.

Qual è il momento dello spettacolo che le trasmette più emozioni?

Ci sono molti momenti, particolarmente toccanti: il ricordo delle ragazze vittime dell'egoismo e del desiderio di possesso umano, il malessere di chi sente profondamente il rimorso per un gesto come l'omicidio davanti al quale non è possibile tornare indietro, il trascorrere del tempo che in prigione non passa mai, la vita dei carcerati piena di paure e di contraddizioni. I temi musicali sono emozionanti, coinvolgenti, e tra le canzoni più belle possiamo mettere quella in cui Suor Chiara e le sorelle del convento, scrivono ai detenuti per ricordare che Dio non li dimentica. Continua ad amarli e conta ancora su di loro, perché possano rialzarsi e superando i drammi della loro esistenza continuare a credere in sé stessi e nella bontà dell'uomo, per rendere il mondo un posto migliore in cui vivere.

Avete in mente di portare in tour questo spettacolo?

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Si, vorremmo portarlo nei teatri, ma ancor più nelle carceri, passando dalla teatralità alla realtà del messaggio. Per ora è solo un sogno ma come recita una nostra canzone “E se non fosse un sogno?”. Da buoni figli di Don Bosco crediamo nella Provvidenza e nell'impossibile che diventa possibile, e siamo sicuri che se è nella volontà di Dio tutto questo si realizzerà. Chiunque acquista il libro di Suor Ch. Cristiana Scandura “Oltre le grate” può contribuire economicamente a rendere più fattibile questo nostro desiderio.