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I vescovi della Unione Europea e Papa Leone XIV in difesa dei diritti della Chiesa

In attesa della risposta sulla "cancellazione totale" dei Sacramenti richiesta dal Belgio

Papa Leone XIV e i vescovi della COMECE |  | Vatican Media
Papa Leone XIV e i vescovi della COMECE | Vatican Media
Papa Leone XIV e Alessandro Calcagno |  | Vatican Media
Papa Leone XIV e Alessandro Calcagno | Vatican Media

Persone che richiedono di essere "cancellate" dai registri ecclesiastici ci sono sempre state. Per motivi ideologici o per motivi economici. Ma la questione è cambiata da fine 2023 quando nella diocesi di Gand oltre alla cancellazione dai registri è stato chiesto che venga cancellata anche la verità, cioè che il nome della persona sia mai stato presente. Quello che viene popolarmente chiamato "sbattezzo" diventa così una manipolazione della verità.

Fino ad allora normalmente quando qualcuno chiedeva di "essere cancellato" si scriveva una nota a margine del registro: "apostasia formale dalla fede". Ma ovviamente non si "eliminava" la registrazione. Anche perché il Sacramento se è valido non si cancella.

Poi qualcuno nella Diocesi di Gand chiede che si "cancelli tutto" e la Diocesi si oppone. Quel qualcuno si rivolge all'Autorità belga per la protezione dei dati (APD) e il 19 dicembre 2023 sentenzia che la Chiesa abbia certamente il diritto di mantenere i nomi delle persone battezzate al suo interno, ma che "tale interesse non può sempre essere invocato dal momento in cui la persona esprime espressamente la volontà di lasciare la Chiesa e di vedere cancellati i propri dati di battesimo".

Insomma la Chiesa violerebbe il Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR) che regola dal maggio 2018 il trattamento dei dati personali all’interno dell’Unione Europea (UE).

La diocesi di Gand decide di ricorrere in appello: "vogliamo arrivare fino in fondo", e arriva all''Unione Europea. In tutto questo un aiuto viene dai vescovi della COMECE.

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Sono loro, i vescovi dei paesi dell'UE, che hanno preso in mano la situazione e ne hanno parlato a Papa Leone lo scorso 23 maggio nella prima udienza con Papa Leone XIV.

Per capire meglio come la COMECE sta lavorando per risolvere il problema abbiamo parlato con Alessandro Calcagno Assistant General Secretary della COMECE.

Il ruolo della COMECE infatti "è quello di mettere insieme riflessioni e argomentazioni giuridiche quando si creano certo casi a livello dell'Unione Europea". Anche in questo caso, quindi la COMECE ha fatto incontri con i vari giuristi delle conferenze episcopali, abbiamo veramente raccolto molte argomentazioni che poi sono state utilizzate, ci sono stati vari stati membri che sono intervenuti nella procedura e c'è stato anche un lavoro delle Chiese a livello locale. Inoltre c'è stata una forte collaborazione con la Santa Sede, c'è stata la nota pubblicata il 17 aprile 2025 proprio sulle cancellazioni dai registri di battesimo e su questo abbiamo lavorato veramente molto intensamente con la Santa Sede".

Alcuni casi erano già emersi nel 1995, ma tutti con giurisprudenza delle corti nazionali favorevole alla Chiesa. Ora "é la prima volta che ci sono delle piccole tentativi di minare questo trend positivo. Perché la giurisprudenza fino ad ora affermava che la notazione era il concetto, invece improvvisamente è arrivato il concetto della cancellazione" spiega Calcagno.

E c'è anche un'altra questione: "sia in Belgio che in Olanda c'è il tentativo di corti laiche civili di interpretare il diritto canonico per argomentare a favore della cancellazione. Questo è un grande pericolo perché se inizi ad entrare in un diritto che non è il tuo, inizi a manipolare. Il garante belga ha addirittura detto che non c'è nulla in questo codice di diritto canonico che proibisca di cancellare le registrazioni".

Sono anni che la questione viene monitorata e che si cercano soluzioni che la Corte Europea debba accettare. Ma va chiarito, secondo Calcagno, che "la Corte si sta limitando a elaborare una risposta a delle domande che ha ricevuto da una Corte nazionale. Non è un'iniziativa contro la Chiesa da parte dell'Unione Europea. È una risposta che verrà a dei chiarimenti richiesti dal livello nazionale".

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Per ora la questione è che la Corte d'Appello belga ha chiesto dei chiarimenti alla Corte dell'Unione Europea. Molto spesso le sentenze della Corte dell'Unione Europea derivano da domande che vengono dalle Corte nazionali. Che chiedono dei chiarimenti.

Ma si potrebbe anche prospettare un legame con la "cancel culture", l'idea di cancellare ciò che non ci piace e riscrivere la storia, la realtà, a nostro piacimento. E magari cambiare ancora tra 50 anni. Una questione che riguarda anche la libertà di religione nel suo aspetto istituzionale.

Si sanno i tempi per la risposta della Corte Europea alle questioni poste dalla Corte del Belgio? "Io direi fine 2026-2027. Tempi epici proprio. Sì perché ci deve essere un'udienza pubblica, poi c'è un avvocato generale che dà un orientamento, si chiamano conclusioni e poi arriva la sentenza" spiega Calcagno.

E intanto alla COMECE tengono la guardia alta. Papa Leone XIV ha prestato molta attenzione alla questione nella udienza del 23 maggio: "ci ha detto che ritiene il tema molto importante. L'ha menzionato sin dall'inizio. Ha detto 'voglio veramente sentire la vostra opinione'".