Sono loro, i vescovi dei paesi dell'UE, che hanno preso in mano la situazione e ne hanno parlato a Papa Leone lo scorso 23 maggio nella prima udienza con Papa Leone XIV.
Per capire meglio come la COMECE sta lavorando per risolvere il problema abbiamo parlato con Alessandro Calcagno Assistant General Secretary della COMECE.
Il ruolo della COMECE infatti "è quello di mettere insieme riflessioni e argomentazioni giuridiche quando si creano certo casi a livello dell'Unione Europea". Anche in questo caso, quindi la COMECE ha fatto incontri con i vari giuristi delle conferenze episcopali, abbiamo veramente raccolto molte argomentazioni che poi sono state utilizzate, ci sono stati vari stati membri che sono intervenuti nella procedura e c'è stato anche un lavoro delle Chiese a livello locale. Inoltre c'è stata una forte collaborazione con la Santa Sede, c'è stata la nota pubblicata il 17 aprile 2025 proprio sulle cancellazioni dai registri di battesimo e su questo abbiamo lavorato veramente molto intensamente con la Santa Sede".
Alcuni casi erano già emersi nel 1995, ma tutti con giurisprudenza delle corti nazionali favorevole alla Chiesa. Ora "é la prima volta che ci sono delle piccole tentativi di minare questo trend positivo. Perché la giurisprudenza fino ad ora affermava che la notazione era il concetto, invece improvvisamente è arrivato il concetto della cancellazione" spiega Calcagno.
E c'è anche un'altra questione: "sia in Belgio che in Olanda c'è il tentativo di corti laiche civili di interpretare il diritto canonico per argomentare a favore della cancellazione. Questo è un grande pericolo perché se inizi ad entrare in un diritto che non è il tuo, inizi a manipolare. Il garante belga ha addirittura detto che non c'è nulla in questo codice di diritto canonico che proibisca di cancellare le registrazioni".
Sono anni che la questione viene monitorata e che si cercano soluzioni che la Corte Europea debba accettare. Ma va chiarito, secondo Calcagno, che "la Corte si sta limitando a elaborare una risposta a delle domande che ha ricevuto da una Corte nazionale. Non è un'iniziativa contro la Chiesa da parte dell'Unione Europea. È una risposta che verrà a dei chiarimenti richiesti dal livello nazionale".
Per ora la questione è che la Corte d'Appello belga ha chiesto dei chiarimenti alla Corte dell'Unione Europea. Molto spesso le sentenze della Corte dell'Unione Europea derivano da domande che vengono dalle Corte nazionali. Che chiedono dei chiarimenti.
Ma si potrebbe anche prospettare un legame con la "cancel culture", l'idea di cancellare ciò che non ci piace e riscrivere la storia, la realtà, a nostro piacimento. E magari cambiare ancora tra 50 anni. Una questione che riguarda anche la libertà di religione nel suo aspetto istituzionale.
Si sanno i tempi per la risposta della Corte Europea alle questioni poste dalla Corte del Belgio? "Io direi fine 2026-2027. Tempi epici proprio. Sì perché ci deve essere un'udienza pubblica, poi c'è un avvocato generale che dà un orientamento, si chiamano conclusioni e poi arriva la sentenza" spiega Calcagno.
E intanto alla COMECE tengono la guardia alta. Papa Leone XIV ha prestato molta attenzione alla questione nella udienza del 23 maggio: "ci ha detto che ritiene il tema molto importante. L'ha menzionato sin dall'inizio. Ha detto 'voglio veramente sentire la vostra opinione'".
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