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Papa Leone XIV: “Dalle famiglie viene generato il futuro dei popoli”

Giubileo delle famiglie. "Il matrimonio non è un ideale, ma il canone del vero amore tra l’uomo e la donna"

Papa Leone XIV |  | Daniel Ibanez / ACI Group Papa Leone XIV | | Daniel Ibanez / ACI Group

Nell’omelia della Messa del Giubileo delle famiglie, dei Bambini, dei Nonni e degli Anziani, Papa Leone XIV riprende il Vangelo odierno e sottolinea Gesù che prega per noi. E chiede di essere “una sola cosa”.

“Il Signore non vuole che noi, per unirci, ci sommiamo in una massa indistinta, come un blocco anonimo, ma desidera che siamo uno: Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi una cosa sola. L’unità, per la quale Gesù prega, è così una comunione fondata sull’amore stesso con cui Dio ama, dal quale vengono al mondo la vita e la salvezza. E come tale è prima di tutto un dono, che Gesù viene a portare”, dice Papa Leone XIV in Piazza San Pietro.

Per il Giubileo delle Famiglie, Papa Leone XIV, ha fatto un lungo giro in papamobile per salutare tutti i presenti. Oggi a Roma è una giornata estiva, sole e tanti gradi.

“Ascoltiamo ammirati queste parole: Gesù ci sta rivelando che Dio ci ama come ama sé stesso. Il Padre non ama noi meno di quanto ami il suo Figlio Unigenito, cioè infinitamente. Dio non ama meno, perché ama prima, ama per primo! Ascoltare oggi questo Vangelo, durante il Giubileo delle Famiglie e dei Bambini, dei Nonni e degli Anziani, ci riempie di gioia”, dice il Papa.

“Carissimi, noi abbiamo ricevuto la vita prima di volerla. Non solo. Appena nati abbiamo avuto bisogno degli altri per vivere, da soli non ce l’avremmo fatta: è qualcun altro che ci ha salvato, prendendosi cura di noi, del nostro corpo come del nostro spirito. Tutti noi viviamo, dunque, grazie a una relazione, cioè a un legame libero e liberante di umanità e di cura vicendevole. È vero, a volte questa umanità viene tradita. Ad esempio, ogni volta che s’invoca la libertà non per donare la vita, bensì per toglierla, non per soccorrere, ma per offendere. Tuttavia, anche davanti al male, che contrappone e uccide, Gesù continua a pregare il Padre per noi, e la sua preghiera agisce come un balsamo sulle nostre ferite, diventando per tutti annuncio di perdono e di riconciliazione”, rassicura il Pontefice.

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“E non dimentichiamo: dalle famiglie viene generato il futuro dei popoli”, sottolinea Leone XIV.

Poi il Pontefice fa alcuni esempi: “Penso a Louis e Zélie Martin, i genitori di Santa Teresa di Gesù Bambino; come pure i Beati Luigi e Maria Beltrame Quattrocchi, la cui vita familiare si è svolta a Roma nel secolo scorso. E non dimentichiamo la famiglia polacca Ulma: genitori e bambini uniti nell’amore e nel martirio. Dicevo che si tratta di un segno che fa pensare. Sì, additando come testimoni esemplari degli sposi, la Chiesa ci dice che il mondo di oggi ha bisogno dell’alleanza coniugale per conoscere e accogliere l’amore di Dio e superare, con la sua forza che unifica e riconcilia, le forze che disgregano le relazioni e le società”.

“Il matrimonio non è un ideale, ma il canone del vero amore tra l’uomo e la donna: amore totale, fedele, fecondo”, rimarca Leone XIV.

“E voi, figli, siate grati ai vostri genitori: dire “grazie”, per il dono della vita e per tutto ciò che con esso ci viene donato ogni giorno”, consiglia il Pontefice.

“Infine a voi, cari nonni e anziani, raccomando di vegliare su coloro che amate, con saggezza e compassione, con l’umiltà e la pazienza che gli anni insegnano”, questo il consiglio ai nonni.

“In famiglia, la fede si trasmette insieme alla vita, di generazione in generazione: viene condivisa come il cibo della tavola e gli affetti del cuore. Ciò la rende un luogo privilegiato in cui incontrare Gesù, che ci vuole bene e vuole il nostro bene, sempre”, dice ancora il Pontefice.

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Infine un ricordo ai papà e le mamme, le nonne e i nonni, i fratelli, le sorelle e i figli c”he già ci hanno preceduto nella luce della sua Pasqua eterna, e che sentiamo presenti qui, insieme a noi, in questo momento di festa”.