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L’Arcivescovo di Pompei: “Con Leone XIV sembra quasi che si chiuda un cerchio”

Intervista all'Arcivescovo di Pompei. Leone XIV e la Madonna di Pompei

La Madonna di Pompei |  | Il Santuario di Pompei La Madonna di Pompei | | Il Santuario di Pompei

“Oggi è l'8 maggio, giorno della Supplica alla Madonna di Pompei. Maria cammina sempre in mezzo a noi”. Queste sono state le prime parole di Papa Leone XIV dalla Loggia delle benedizioni in Piazza San Pietro. Pochi minuti da Papa e il primo pensiero è andato a Maria, in particolare alla Madonna di Pompei. Grande la felicità della cittadina che racchiude uno dei santuari mariani più importanti in Italia e nel mondo. E Leone XIII, predecessore di Leone XVI, a cui lui si è ispirato, è legatissimo a Pompei e denominato per questo “il Papa del Rosario”. Per non parlare di Bartolo Longo, fondatore di Pompei, che sarà canonizzato dallo stesso Leone XIV. ACI stampa ha chiesto all’Arcivescovo di Pompei, Monsignor Tommaso Caputo, di raccontarci questo legame.

Leone XIV....eletto subito dopo la Supplica alla Madonna di Pompei. E poi la scelta di questo nome. Cosa avete pensato voi subito dal Santuario?

È sempre un'emozione unica assistere alla fumata bianca e poi al primo apparire del nuovo Pontefice dalla Loggia delle benedizioni. Il sentimento iniziale è stato di gioia: la Chiesa ha un nuovo Pastore. Le campane del Santuario, suonate a distesa, hanno reso, con il loro rintocco, il senso della nostra letizia. È la letizia di tutta la famiglia del Santuario, clero, diaconi, religiosi, religiose, laici, devoti della Madonna del Rosario in tutto il mondo. Ma, per noi, l’8 maggio è un giorno specialissimo perché ricorre la festa della Madonna di Pompei e recitiamo, in Piazza Bartolo Longo, la preghiera della Supplica alla Vergine. Durante la Messa, il cardinale Giovani Battista Re, Decano del Collegio cardinalizio, che mercoledì mattina, nella Basilica di San Pietro, aveva celebrato la “Missa pro Eligendo Romano Pontifice”, ha esortato i devoti della Vergine Santa a pregare perché “la Madonna intervenga presso lo Spirito Santo. Soffi forte perché sia eletto il papa di cui ha bisogno la Chiesa di oggi e anche il mondo di oggi, travagliato da tante guerre”. Il cardinale ha chiesto l’intercessione della Madonna perché il Conclave elegga un “papa che rafforzi la fede in un mondo caratterizzato da un grande progresso tecnico, ma che tende a dimenticare Dio. Di certo non ci negherà la sua protezione la Madonna, che invochiamo come Sovrana del Cielo e della terra, Regina delle vittorie, Madre nostra e nostra speranza”. Alle 19.15 il mondo intero ha visto affacciarsi alla loggia Papa Leone XIV. Davvero il compimento di un disegno provvidenziale. Quel nome ci richiama a Papa Leone XIII, il Papa del Rosario, autore di numerose encicliche dedicate alla preghiera mariana, il Pontefice che accompagnò Bartolo Longo nei primi decenni della storia pompeiana. Non a caso il suo stemma pontificio è presente sul frontone della facciata del Santuario.

Leone XIII, suo predecessore, è il Papa del Rosario. Il pensiero del nuovo Pontefice è andato subito a Maria...

Ricordo le sue parole: “Oggi è il giorno della Supplica alla Madonna di Pompei. Nostra Madre Maria vuole sempre camminare con noi, stare vicino, aiutarci con la sua intercessione e il suo amore. Allora vorrei pregare insieme a voi. Preghiamo insieme per questa nuova missione, per tutta la Chiesa, per la pace nel mondo e chiediamo questa grazia speciale a Maria, nostra Madre”. È stato un dono prezioso vedere Papa Leone XIV guidare la recita dell’Ave Maria, recitata insieme a tutto il popolo di Maria. Alla Madonna chiediamo di pregare per noi tutti e di farlo sempre. Sin dall’annunzio di ieri, in Santuario, si è pregato per il Pontefice nel modo che noi amiamo di più: con il Santo Rosario.

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Leone XIII e Bartolo Longo. Ci può spiegare perché è stato importante per Pompei questo rapporto?

In effetti fu il primo Papa ad avere un legame forte con Pompei. Bartolo Longo scrisse la sua Supplica alla Regina del Santissimo Rosario proprio aderendo all’invito che, nella sua enciclica Supremi Apostolatus Officio (1° settembre 1883), aveva rivolto ai cattolici, esortandoli a reagire ai mali del mondo contemporaneo, e indicando nella preghiera del Rosario uno strumento sicuro per conseguire il bene spirituale della società e della Chiesa. Longo considerò le parole del Papa come una sorta di imprimatur per le iniziative avviate a Pompei, e gli scrisse per ringraziarlo dell’enciclica, che lo incoraggiava a proseguire alacremente nella costruzione del Santuario alla Vergine del Rosario e a diffonderne la devozione nel mondo. Leone XIII fu uno dei maggiori promotori del culto alla Vergine di Pompei, e nel 1901 elevò a Basilica Pontificia il Santuario – che nel 1894 era stato donato alla Santa Sede – definendolo “parrocchia del mondo”, per il grande afflusso di pellegrini.

Incredibile pensare che sarà proprio Leone XIV a canonizzare Bartolo Longo!

Sembra quasi che si chiuda un cerchio. Papa Francesco, a cui va tutta la nostra profonda riconoscenza, è entrato nella storia del Santuario: Pompei lo ha amato di un amore specialissimo. Sarà Leone XIV a presiedere la canonizzazione del Beato Bartolo Longo. Con Leone XIII ha avuto inizio la storia della Nuova Pompei mentre Leone XIV celebrerà la canonizzazione del Fondatore, il Beato Bartolo Longo. Lo Spirito Santo, proprio come ha invocato ieri il Cardinale Re, ha soffiato forte sulla Chiesa, sull’umanità, su Pompei.

 

Un augurio che vuole fare al nuovo Papa?

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La Vergine Maria lo accompagni sempre! Essere il Pastore della Chiesa universale è un cammino arduo, un ministero di tante e gravose responsabilità. Ma nessun cammino è così duro se Maria ci cammina accanto. Viviamo un tempo difficile. Lo ha detto lo stesso Papa Leone XIV nell’omelia della prima Messa nella Cappella Sistina, celebrata all’indomani dell’elezione, al quale hanno preso parte tutti i cardinali, elettori e non elettori. Ha detto tra l’altro: “Anche oggi non sono pochi i contesti in cui la fede cristiana è ritenuta una cosa assurda, per persone deboli e poco intelligenti; contesti in cui ad essa si preferiscono altre sicurezze, come la tecnologia, il denaro, il successo, il potere, il piacere. Si tratta di ambienti in cui non è facile testimoniare e annunciare il Vangelo e dove chi crede è deriso, osteggiato, disprezzato, o al massimo sopportato e compatito. Eppure, proprio per questo, sono luoghi in cui urge la missione, perché la mancanza di fede porta spesso con sé drammi quali la perdita del senso della vita, l’oblio della misericordia, la violazione della dignità della persona nelle sue forme più drammatiche, la crisi della famiglia e tante altre ferite di cui la nostra società soffre e non poco”. Ecco, insieme a Maria Santissima, cammineremo anche noi accanto al Santo Padre, con l’adesione al suo magistero, con la preghiera e le opere, in modo speciale le opere di carità.